Il racconto di una Visita di Studio che ha riunito a Bilbao un gruppo eterogeneo di insegnanti, ispettori, formatori, esperti e ricercatori nell’ambito dell’educazione per una riflessione ad ampio raggio sulla formazione degli educatori, l'innovazione tecnologica, il multilinguismo. Bilbao, aprile 2012
The illiterate of the 21st century will not be those who cannot read and write,
but those who cannot learn, unlearn, and relearn.
Alvin Toffler (1928)
Mai come in questa esperienza della study visit
"Leading innovation. In-service training priorities: quality, multilinguism and ICT", a Bilbao nei Paesi Baschi nell’aprile del 2012 ho sentito e riconosciuto che le parole dello scrittore statunitense e “futurologo”, Alvin Toffler, erano proprio vere!

Ero partita per questa visita di studio a Bilbao piena di aspettative e
desiderosa di conoscere esperienze interessanti nelle aree di lavoro, indicate dal titolo, che corrispondono ai miei interessi come teacher trainer di insegnanti di lingue straniere e docente online di percorsi CLIL.
I colleghi che ho incontrato provenivano da diversi paesi - Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Estonia, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Ungheria, Svezia - e avevano alle spalle esperienze diversificate:
insegnanti, ispettori, formatori, esperti e ricercatori nell’ambito dell’educazione. Questo che all’inizio mi sembrava costituire una possibilità di dispersione è stato invece
un arricchimento sia come conoscenza sia come scambio e riflessione sulle tematiche di studio.

Il filo conduttore dell’intera visita è stato quello della
formazione degli educatori - di tutti quelli che operano in questo settore in Europa - e che si pongono il problema di innalzare la qualità dell’istruzione, di innovare le metodologie didattiche, di proteggere e potenziare forme di multilinguismo, di creare e implementare percorsi CLIL, di incrementare le tecnologie didattiche, di valorizzare la funzione docente come garanzia della crescita umana e sociale dei giovani e fattore di rafforzamento della democrazia e della cittadinanza europea.
Così una alla volta sono emerse le diverse percezioni ed esperienze in ambito formativo da parte dei partecipanti alla visita che hanno costituito un mosaico di elementi utili per definire
un quadro generale della formazione in Europa. Ecco alcuni esempi di interventi e problemi presentati a cui tutti hanno dato risposte diverse in base alle proprie realtà nazionali:
- Un tutor e “advisor” francese ha sottolineato come per diventare formatori in Francia si sostiene un esame e si ottiene una certificazione (Certificat d'aptitude aux fonctions d'instituteur ou de professeur des écoles maîtres formateur - CAFIPEMF), il che costituisce il riconoscimento di determinate competenze professionali e quindi una garanzia di serietà;
- un docente della Nottingham University ha informato che in Inghilterra all’interno delle scuole vengono riconosciute alcune figure di docenti esperti - ASTs (Advanced Skills Teachers) - che hanno la funzione di organizzare, guidare e monitorare la formazione in servizio;
- più insegnanti in diversi livelli di scuole (in Estonia, Lettonia, Ungheria) hanno ricordato la funzione fondamentale delle università – docenti e ricercatori - nell’organizzare e gestire corsi e seminari di formazione;
- un rappresentante belga dell’ATEE - The Association for Teacher Education in Europe e la sottoscritta come rappresentante di Lend, Lingua e nuova didattica in Italia hanno evidenziato il ruolo fondamentale svolto dalle associazioni professionali nel sensibilizzare gli insegnanti, informare e attuare ricerche didattiche per uno sviluppo professionale più moderno e adeguato;
- un teacher trainer greco ha presentato la questione - che è risultata comune alla maggior parte dei paesi europei - della “non” obbligatorietà della formazione in servizio, per cui essendo questa lasciata alla buona volontà degli insegnanti, non viene poi riconosciuta dal punto di vista professionale (di avanzamento della carriera o miglioramento qualitativo e economico). Una voce contraria è stata quella di un ispettore rumeno che ha comunicato che nel suo paese la frequenza a corsi di formazione garantisce agli insegnanti dei crediti che servono allo sviluppo della loro carriera.
Per la formazione in ambito CLIL è prevalso
un riconoscimento generale della validità di tale metodologia per un miglior apprendimento delle lingue straniere e un approccio cognitivo e multiculturale alle discipline di studio, ma sono anche emerse
realtà e criticità comuni: infatti i due problemi maggiori che si avvertono in tutti i paesi europei sono la preparazione adeguata – contenuto e lingua - dell’insegnante CLIL e la capacità di programmare, implementare e valutare percorsi CLIL in modo integrato e valido.

Per quanto riguarda le
tecnologie si è rilevato che tutti i paesi europei stanno facendo molto in questo campo - data la diffusione di sempre nuovi strumenti tecnologici - ma non sempre i governi investono in modo appropriato, non solo per quanto riguarda programmi e risorse, ma anche per la specifica formazione degli insegnanti, per cui sarebbe opportuno
un piano di azione centralizzato europeo che riguardasse tutti i paesi e garantisse livelli e standard più omogenei.
Infine un esempio di come si può fare formazione in servizio in modo valido e attivo è stato
la visita al centro di Berritzegune (Centro de apojo al profesorad), una struttura che comprende diversi centri locali e uno centrale e coinvolge
40 scuole,
1.500 insegnanti e
10.000 studenti in una serie di attività, seminari e corsi che riguardano le priorità in ambito educativo: multilinguismo, CLIL, Web 2.0, formazione continua, tecnologie, progetti su tematiche come l’ambiente, la diversità, la letteratura, ecc.
Il centro di Berritzegune, oltre ad aver creato una rete di comunicazioni e progetti fra le scuole, è anche un luogo fisico di incontro e conoscenza per gli educatori: un ambiente accogliente e fornito di strumenti per un vero lavoro cooperativo.
E così alla fine della settimana di lavoro e di visite alle scuole è apparso non solo a me, ma anche a tutti i partecipanti che
davvero l’imparare e il formarsi è un processo continuo ed estremamente coinvolgente.
Per un reportage più ampio e dettagliato della visita di studio si segnala l’articolo
Investire in educazione sul numero della rivista lend-lingua e nuova didattica di settembre 2012.
Luisanna Paggiaro è dal 2011 responsabile del gruppo lend-lingua e nuova didattica di Pisa e si occupa di formazione degli insegnanti. E’ autrice di testi scolastici, valutatore di progetti per l’Agenzia LLP Italia e docente in corsi online.
Editing Valentina Riboldi