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IN AZIONE

Partenariati
Our school garden: dove c’è terreno si può seminare


La sfida che la partnership si è proposta di affrontare è stata quella di offrire ai nostri alunni reali opportunità di scoprire e conoscere i tempi della natura – sul proprio territorio e negli altri Paesi – per amarla e generare in loro un’attitudine positiva verso l’educazione all’ambiente.
 
foto_13.jpg“Perché partecipare a un progetto di cooperazione Europea?” è una domanda che ormai è “storia” per il 6° Circolo Didattico di Perugia nel senso che è già dal 1993 che  si vanno realizzando via via, uno dopo l’altro, progetti dell’azione Comenius,al punto che si potrebbe parlare addirittura di  questi come di una tradizione che, nelle nostre scuole, si consolida nel tempo.
L’avventura è cominciata quando ho ricevuto, tramite una mailing list di Europe Direct, l’invito ad aderire ad un progetto da parte di una scuola spagnola della regione Murcia.Il progetto era solo delineato per ciò che riguarda le idee generali. Subito dopo averne parlato con il Dirigente si è presentata l’idea  al Collegio Docenti al  fine di riscontrare un effettivo interesse verso le tematiche proposte ed anche una reale fattibilità.
La scuola spagnola aveva ricevuto l’autorizzazione per organizzare una visita preparatoria alla quale noi purtroppo, per diverse ragioni, non potevamo partecipare. Come fare?  La tecnologia ci è venuta in aiuto e, compatibilmente con gli impegni didattici, attraverso Skype ho partecipato agli incontri nei quali si definiva e si decidevano i percorsi progettuali.
L’idea in sé ha entusiasmato molti colleghi e ci è sembrato che ci fossero anche elementi di “novità” rispetto a quanto realizzato nel Circolo in precedenza. Personalmente ritengo che, alla base di tutto, ci sia stata una forte motivazione a credere nella scommessa culturale e pedagogica che soggiace a queste azioni progettuali; inoltre la grande passione dei soggetti coinvolti è stato l'elemento importante di coesione che ha anche permesso di superare molte delle difficoltà incontrate nell’intraprendere un cammino come questo.
E una volta ottenuta risposta positiva alla nostra domanda di candidatura... l’avventura è iniziata.

foto_7.jpgL’idea di fondo era quella far sorgere ex novo o incrementare “orti” scolastici. Si trattava quindi di conoscere le colture orticole, i tempi di germinazione e semina, l’esposizione e la qualità del terreno, il lunario e tutto quello che viene richiesto affinché il seme dia frutto e riuscire anche a comparare colture e stagioni nei diversi orti d’Europa,scambiarci reciprocamente semi e comparare, poi,  i risultati rispetto a tempi di germinazione e qualità del raccolto.
In alcune scuole del partenariato - composto da 9 scuole partner – già erano attivi orti curati dagli alunni (il cui sviluppo e cura era inserito nella proposta formativa dell’istituto). Ai bambini piace molto fare e questo progetto offriva sicuramente l’opportunità di agire in modo concreto e con grande inclusione (in realtà tutti potevano trovare qualcosa da fare: rigirare la terra, seminare, annaffiare, togliere le erbacce…), per ciò che riguarda il nostro Circolo hanno partecipato, nella loro totalità ,due plessi con alunni dalla prima alla quinta di scuola primaria.
Non si è trattato, però, soltanto di “pura attività agricola”. Le conoscenze per portare avanti l’orto scolastico sono state acquisite attraverso ricerche di carattere scientifico – botanico e anche con l’intervento dei nonni, che con grande entusiasmo hanno aderito alla proposta.
foto_4.jpgAltri “terreni”, tuttavia,  sono stati oggetto di “semina”. A livello di partenariato si è svolto un concorso per il logo del progetto; sono stati promossi due concorsi letterari in lingua inglese; una mostra d’arte dal titolo “Dalla semina al raccolto”. Dal punto di vista scientifico sono anche state sviluppate tematiche riguardanti l’alimentazione e il “magiare sano” (celebrato nell’ “Agriculture and Healthy Food Day”) e abbiamo potuto confrontare le diverse abitudini alimentari presenti nei Paesi partner e dovute alle peculiarità culturali e geografiche di ciascuno. Ci si è cimentati anche dal punto di vista letterario-musicale quando si è dovuto realizzare il “Musical Hearing”: sulla musica di una canzone nota (Lemon Tree) ciascuna scuola partner, nella propria lingua nazionale, ha inventato una strofa, il refrain del ritornello – in inglese – era poi uguale per tutti.

foto_12.jpgAnche l’uso delle tecnologie è stato piattaforma di apprendimento e implementazione di competenze. Come partenariato è stato realizzato un on-line magazine; un sito web di progetto; un e-book dal titolo “Our School Gardens …Two Years Later And On” che ha raccolto la sintesi del biennio progettuale; una “Practical digital guide” nelle diverse lingue  del partenariato; un on-line Farmer Club.
Realizzare tutto questo è stato come se ciascuno, nella propria realtà territoriale e scolastica, creasse la tessera di un puzzle che assumeva poi senso e compimento soltanto una volta assemblato.
Anche le videoconferenze con alcune delle scuole partner hanno costituito un momento di “incontro a distanza” atteso e motivante, soprattutto riguardo l’uso della lingua inglese in un contesto assolutamente reale. Riguardo a quest’ultima esperienza c’è da dire che le difficoltà di carattere tecnico (bassa velocità di connessione …) e talvolta di legislazione locale, non hanno permesso di poterla svolgere al meglio e con tutte le scuole del partenariato.
Per non parlare poi del blog di progetto che ha costituito, insieme ai “Comenius Corner” (o Come-news, come sono stati poi ribattezzati) presenti in ogni scuola, la finestra aperta all’esterno sulle attività che si andavano sviluppando e compiendo.
Tutto ciò, e molto di più, è divenuto  prodotto del partenariato ed è ancora visibile e disponibile in rete costituendo, così,  una sorta di “diffusione multicanale” – essendo materiale scritto e audiovisivo – fruibile nel tempo. Riguardo poi la diffusione sono stati redatti dei “multilingual leaflet” di presentazione del partenariato e del progetto. Sono anche stati organizzati, a fine anno scolastico, degli open day aperti alle famiglie e al territorio per condividere quanto conseguito.

foto_9.jpgTra le attività di progetto realizzate, vorrei spendere qualche parola anche sui project meeting (o mobilità di progetto) che hanno costituito un momento importante di incontro: di monitoraggio costante del progetto, di approfondimento culturale, di coesione per il partenariato (sia per l’apprezzamento di quanto si stava facendo che di condivisione e superamento delle difficoltà) ma anche di stimolo creativo, a livello didattico-pedagogico, per trovare sempre modalità nuove di accoglienza e di diffusione della propria cultura nazionale. Ecco allora l’inventare un canto (“Our School Gardens”) con il quale accogliere i docenti del partenariato in visita, il trasformare (letteralmente) la scuola in “angoli d’Europa” (è questo il caso della visita alla Spagna) nei quali ritrovare le caratteristiche salienti di ciascuna Nazione del partenariato, il “treno” che attraversa idealmente i Paesi europei, la “cerimonia del pane e del sale”…
Nell’intenso percorso realizzato nel biennio abbiamo dovuto affrontare, localmente,  anche delle difficoltà: alcune oggettive ed altre organizzative .
Uno dei problemi che ci si è presentato è stato quello di dover creare l’orto nel plesso di città, con poco spazio e terreno non proprio adeguato: il box garden è stata la soluzione. I nonni invece sono stato una risorsa preziosa per costruire, partendo da zero, l’orto nella scuola periferica.
Organizzativamente, tra gli altri, si è presentato il problema del raccordo tra due scuole,  distanti geograficamente tra loro. Abbiamo quindi costituito un “gruppo ristretto” formato da docenti delle due scuole e che si è incontrato periodicamente (ogni 4/6 settimane) per programmare e pianificare gli interventi e le attività con gli alunni,lo scambio e il confronto dei materiali ed anche per mantenere costante l’entusiasmo soprattutto nei momenti in cui ci sembrava che ci fosse “troppo da fare” e che il tempo (non solo quello a scuola ma anche quello personale) non fosse sufficiente. Tutto quello che si è realizzato, non sarebbe stato possibile senza il contributo, costante e disinteressato, di molti dei docenti coinvolti.

foto_15.jpgE’ stata rilevante, per una buona realizzazione del progetto, la disponibilità riscontrata a livello di dirigenza scolastica di Circolo, dei molti colleghi coinvolti e quindi delle diverse realtà locali e in particolare le famiglie, i nonni e le pro-loco di quartiere pronti a collaborare e fare da ponte tra la scuola e il territorio.
Attraverso le proposte progettuali ci aspettavamo di far “innamorare” i nostri alunni della terra, del lavoro e impegno manuale e costante che questa richiede; abbiamo creduto che, partendo da questo aspetto parziale, potessero divenire curiosi per scoprire e apprezzare altri Paesi d’Europa e sentirsi essi stessi parte di essa come cittadini coinvolti, soprattutto, nella dimensione ecologica e sociale. Credo di poter affermare, anche a nome dei colleghi, che i risultati siano andati ben oltre le aspettative. Abbiamo “raccolto frutti” nel rafforzare la motivazione dei nostri alunni all’apprendimento delle lingue straniere; nella migliore capacità organizzativa - progettuale tra docenti; nella consapevolezza che “costruire insieme” si può; nel migliore dialogo tra scuola e famiglie e tra scuola e territorio.
I legami collaborativi, instaurati soprattutto con alcuni colleghi delle scuole partner,si mantengono tuttora vivi e sono uno stimolo per migliorarsi e mettersi costantemente in gioco in una specie di “formazione continua a distanza”.
Inoltre i bambini non smettono mai di stupirci, e come i semi che si piantano e non si sa con esattezza quando germoglieranno, anche loro sono germogliati  - inaspettatamente! - con una bella iniziativa, “Il Club della natura”: ideato, organizzato e gestito completamente da loro con lo scopo di continuare, nel tempo, a curare l’orto, la rosa e gli spazi intorno alla scuola.
Dall’esperienza maturata ho imparato che tali percorsi costituiscono solo l’inizio di un cammino che, proprio come avviene quando si semina nella terra, ha i tempi del germoglio e del raccolto solo in periodi successivi all’esperienza stessa e anche in questa occasione è successo proprio così.

 

io_e_i_colleghi.jpga cura di Eliana Baggini, docente di Scuola Primaria del 6° Circolo Didattico “R.Labruschini” di Perugia.