, si è trasformata da alcuni anni in una officina progettuale e si è ritagliata una nuova personalità che non dimentica il suo prestigioso passato ma che vuole adottare i linguaggi della contemporaneità per riaffermare la sua vocazione cosmopolita.
Con il progetto di
parternariato bilaterale Comenius Regio “BACAU – RAVENNA: confluenze interculturali ed artistiche”, ideato e realizzato in stretta collaborazione con i partner romeni entrati in tempi ancora recenti nella Comunità europea grazie al processo di allargamento, si è potuto sperimentare
una strategia realmente multidisciplinare e ha costruito una sinergia fra pubblico e privato nell’ambito di un approccio sistemico, così come raccomandato dal programma europeo.
Entrata nell’Unione Europea il 1° gennaio 2007, in seguito al processo di allargamento, la Romania è la sola repubblica della regione danubiana in cui la lingua neolatina risulta dominante.

L’antica Dacia di Traiano è oggi una nazione in cui
si intersecano molteplici tradizioni culturali e linguistiche e vanta alcuni siti patrimoniali di indiscusso interesse; tra i gioielli storico-artistico della Romania è da annoverare
il Monastero di Voronet che fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Ravenna ospita una grande comunità di popolazione romena ed è straordinaria città d’arte con i suoi otto monumenti bizantini tutelati anch’essi dall’Unesco, motivazioni profonde che stanno alla base della candidatura del progetto.
Nel biennio 2011 – 2013, ed ancora oggi nelle sue risonanze sui territori, sono state promosse
una serie di iniziative tese a rilanciare il dibattito in merito all’arte e alla sua iconografia nella storia e nella cultura nonché al suo potenziale formativo da rivolgere alle nuove generazioni; in particolare è stato indagato il ruolo di Ravenna quale
ultima capitale dell’impero romano d’Occidente e Bacau che conserva ancora l
e testimonianze dell’enclave dell’antica Roma nei reperti, nella religione, nella lingua tracciando gli scenari interculturali dell’Europa fra antico e contemporaneo.
Il progetto ha rappresentato
un viaggio straordinario, tra i tanti possibili,
per frequentare protagonisti, ambienti e situazioni, adottando una visione fatta di rigore e fantasia, di razionalità e di immaginazione, di intelligenza e di emozione nonchè di manualità laboratoriale in
un rapporto fecondo fra i partners – italiani e romeni - che si è rinnovato ed arricchito ad ogni occasione di incontro.

L’Amministrazione provinciale, leader del progetto, in collaborazione con il Comune di Ravenna, l’Istituto comprensivo Damiano Novello, l’Accademia di Belle Arti il SISAM (Scuola internazionale per lo studio del mosaico), unitamente ai partners di Bacau ( scuole, istituzioni locali, rettorato….) hanno ideato e puntualmente realizzato tutte
le fasi costitutive del progetto medesimo:
- meeting degli staff di progetto in ciascuna delle due città al fine di definire il complesso sistema organizzativo e finanziario e condividere contenuti ed attività;
- mobilità per la partecipazione a stage di formazione sia in Italia che in Romania realizzati sui luoghi oggetti di studio quali monumenti, monasteri, musei, siti archeologici;
- attività di laboratorio per gli allievi in modalità “summer school” a Ravenna e a Bacau sia sulla tecnica del mosaico che per la sperimentazione della tecnica dell’affresco ;
- documentazione realizzata sia con la pubblicazione di un volume bilingue sia con linguaggi multimediali per consentire una rapida ed efficace diffusione tramite i canali on line e stimolare la gemmazione di ulteriori esperienze sul tema della pedagogia e didattica dl patrimonio.

Si è così scoperto che il mosaico per Ravenna e l’affresco per Bacau costituiscono ambedue
espressioni culturali ed artistiche di grande rilevanza nella storia e nell’arte in quanto nel corso dei secoli passati con queste particolari tecniche furono ricoperti ampli spazi in perfetto accordo con i ritmi architettonici, rappresentando immagini, simboli, idee e pratiche religiose, accadimenti di vita e di cultura.
Tali peculiari
forme d’arte sono ancora così vive nelle due realtà cittadine che artisti ed artigiani l’aggiornano con continue sperimentazioni coniugando tecniche tradizionali con i linguaggi espressivi contemporanei
Particolare attenzione è stata riservata al colore blu poiché esso è
un colore esclusivo, elettivo, molto impegnativo per la sua intensità; le sue origini sono ultranobili poiché derivano dalla frantumazione del lapislazzulo in terra afghana e per tale motivo lo collocano in alto, molto in alto, e Ravenna conserva, nel colore blu delle tessere di mosaico del cielo stellato del Mausoleo di Galla Placidia, una delle testimonianze più significative e remote dell’incontro fra Oriente ed Occidente.
Anche in Romania il blu è simbolo di potere e di spiritualità e gli straordinari affreschi che decorano le pareti esterne del Monastero di Voronet ne costituiscono altissimo esempio.
L’obiettivo, raggiunto con validazione convinta i tutti i soggetti partecipanti,
è stato quello di riqualificare le conoscenze dei beni culturali liberandole dall’eccesso di competenze nozionistiche e
di valorizzare l’aspetto formativo dell’educazione al patrimonio, creando nuove consapevolezze sull’universo dei soggetti che sul territorio di competenza si occupano della materia.

Estremamente interessante
il metodo condiviso ed adottato dai referenti del progetto, scientifico nella impostazione pedagogica ma supportato da strategie educative e didattiche basate sulla curiosità, sull’emozione, sul saper fare. L’approccio, problematico e accattivante, voleva corrispondere in modo compiuto
al concetto di ricerca attiva che incontra l’allievo nella sua profonda esigenza di immergersi nella concretezza delle situazioni per vedere, toccare e capire l’oggetto dell’apprendimento.
Bisogna reagire al declino emotivo delle agenzie formative e moltiplicare
“siti” attraenti e ben organizzati preposti all’accoglienza degli allievi e degli operatori stessi ove, attraverso lo studio delle testimonianze, essi siano guidati da insegnanti ed esperti (archeologi, storici dell’arte e della museografia, artigiani-artisti…) a scoprire le origini ed
il significato delle opere dell’uomo e
bisogna investire altresì sulla funzione didattica dei patrimoni, anche a costo di “profanare” la sacralità di certi luoghi per farli conoscere in un approccio diretto, quasi fisico, e quindi per farli amare e conservarne le vestigia.
L’operazione è
di grande respiro anche guardando al futuro perché se i Paesi asiatici ci sfidano sul piano economico,
l’Europa non potrà che primeggiare nella valorizzazione della sua stupefacente storia culturale.a cura di Donatella Mazza, Dirigente Comune di Ravenna e referente del Comenius Regio "Ravenna-Bacau: confluenze interculturali artistiche".