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IN AZIONE

Erasmus
Intensive Programme: MathMods


Il progetto IP dell’Università dell’Aquila si è guadagnatoli titolo di “esempio di buona prassi” per le procedure adottate e la metodologia applicata, nel rispetto degli standard di qualità promossi dalla CE. Il Dr. Di Francesco ci illustra le dinamiche di MathMods…
 


www.mathmods.eu/ip

Marco Di Francesco – Università degli Studi dell’Aquila

1) Cosa ha “ispirato” la realizzazione di un Intensive Programme Erasmus?

Il nostro progetto ha un’origine duplice: da un lato nasce dalla preesistente collaborazione con alcune Università europee nel settore della mobilità degli studenti, dall’altro esso è stato ispirato (nei suoi contenuti) dalle ricerche svolte in collaborazione da alcuni membri del Dipartimento di Matematica Pura ed Applicata della nostra Università, a cui noi organizzatori dell’Intensive Programme “MathMods” (www.mathmods.eu/ip) afferiamo. Tra le varie motivazioni evidenzierei soprattutto la necessità di creare una scuola estiva europea di eccellenza, dedicata alla matematica applicata alla biologia, alla medicina e alle scienze socio-economiche.

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2) Come è stata impostata la fase di preparazione?

Il nostro gruppo, diretto dal Prof. Bruno Rubino (direttore della Sezione di Matematica per l’Ingegneria del Dipartimento di Matematica Pura ed Applicata del nostro Ateneo), è stato il motore nella fase di creazione del progetto ed ha coordinato tutte le fasi preparatorie. Va osservato che cinque delle nove istituzioni partner del nostro IP sono le cinque Università che costituiscono un consorzio Erasmus Mundus (http://www.erasmusmundus.it/) (L’Aquila, Nizza, Barcellona, Amburgo e Danzica), denominato anch’esso “MathMods”(www.mathmods.eu), finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dal nostro Ateneo. Pertanto, molte delle riunioni organizzative dell’IP sono state contestuali ai meeting periodici organizzati con i partner del master Erasmus Mundus. Nella prima di queste riunioni si è impostata (a grandi linee) la struttura didattica del programma e si sono fissati i temi principali dei corsi, individuando (su suggerimento di ciascun partner) una possibile lista di docenti. E’ stato anche deciso il periodo di svolgimento della scuola (6-19 luglio 2008).
Il Prof. Rubino ed io abbiamo coordinato l’intera fase organizzativa, tenendoci costantemente in contatto via email con i docenti per stabilire con loro i contenuti dei corsi. Questo processo ha portato a finalizzare l’offerta didattica della scuola estiva già nove mesi prima dell’inizio del programma stesso. Credo sia stato un passaggio cruciale per garantire l’elevata qualità didattica del programma: come si sa, un docente quotato a livello internazionale ha solitamente un’agenda molto fitta, per cui non è facile ottenerne un impegno a breve scadenza.
Oltre a contribuire alla copertura dei corsi, ciascun partner si è fatto carico della fase di pre-selezione degli studenti delle rispettive sedi, potendo così constatare dal vivo la preparazione e le motivazioni dei candidati. Si è poi istituita una procedura telematica “formale” di selezione degli studenti, in cui essi hanno creato un loro account personale sul nostro sito web, inviandoci li loro curriculum ed il loro piano di studi e spiegando in dieci righe quali erano le motivazioni che li spingevano a partecipare al nostro IP. In qualche senso richiedere delle motivazioni costituisce quel minimo di impegno “originale” in più che fa sì che solo studenti realmente intenzionati a partecipare completino la procedura di richiesta di iscrizione. Abbiamo ritenuto che la combinazione tra la pre-selezione da parte dei coordinatori locali e la procedura di iscrizione via web potesse garantire sia la partecipazione di gente realmente motivata sia la trasparenza necessaria in una procedura di selezione di questo tipo. Dal livello di preparazione generale degli studenti partecipanti e dall’impegno da loro profuso nelle due settimane di IP, direi che è stata una strategia abbastanza indovinata.
Vorrei anche osservare che la procedura on line ha garantito un contatto diretto costante con gli studenti, soprattutto dopo che l’accettazione della loro domanda è stata formalizzata. Tramite il loro account, essi hanno potuto inviarci tutti i documenti relativi al loro viaggio e le copie dei loro passaporti. Questo ha snellito notevolmente le pratiche burocratiche da sbrigare una volta che sono arrivati a L’Aquila.


3) Come è nata la partnership internazionale che ha permesso la realizzazione di un Intensive Programme Erasmus?

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E’ una domanda che ci riporta a circa cinque anni fa, quando il corso di laurea di Modellistica Fisico Matematica per l’Ingegneria (oggi denominato “Ingegneria Matematica”) della Facoltà di Ingegneria della nostra Università iniziò ad offrire la possibilità agli studenti di spendere un anno a Nizza per completare il biennio di laurea specialistica. Avevamo bisogno di una sede partner prestigiosa per “lanciare” un corso di laurea da poco avviato. La scelta cadde su Nizza soprattutto grazie all’affinità delle rispettive offerte didattiche e alla presenza di collaborazioni scientifiche esistenti tra i due dipartimenti. I nostri studenti furono subito entusiasti, soprattutto per via della facilità con cui potevano sostenere stage presso aziende francesi molto quotate.
Successivamente, per gettare le basi di un percorso internazionale più completo ed articolato, la scelta della partnership cadde sui politecnici di Danzica e di Brno: si tratta di due prestigiose università dell’est europeo, che si caratterizzano per un’offerta didattica molto rigorosa nelle materie scientifiche di base, e per una particolare predilezione per l’approfondimento della matematica e della fisica, anche nella formazione di soggetti tipicamente destinati al mondo dell’industria quali gli ingegneri. La coesistenza delle due anime “teoria” ed “applicazioni” sono pertanto alla base del progetto che è poi culminato nel master Erasmus Mundus “MathMods”, che parte quest’anno.
Sembra scontato dirlo, ma questa duplice anima ha davvero una dimensione europea, perché affianca due scuole di pensiero e due tradizioni complementari nell’ambito europeo, quella più “industrializzata” dell’occidente e quella più “teorica” dell’est europeo.
Essendo legato a doppio filo alla creazione del master Erasmus Mundus, è naturale che il nostro Intensive Programme abbia attinto a piene mani da questa filosofia di base, cercando di coniugare gli aspetti teorici ed applicativi della matematica al servizio delle scienze biologiche, mediche e socio-economiche.
Tuttavia, il format di scuola estiva ha dato all’IP quella flessibilità in più che ci ha permesso di aggregare nuovi partner non coinvolti in altri programmi congiunti di mobilità studenti, scelti più per motivi scientifici. Questo aspetto è ancora più evidente nella lista dei partner della prossima edizione dell’IP, a cui parteciperanno ben 14 università, tra cui spiccano nomi eccellenti quali l’Imperial College di Londra e l'Università di Vienna.


4) Quali criteri utili suggerisce per l’individuazione di partner validi?

A tale proposito credo sia necessario osservare che è il “contatto” che fa la differenza, ovvero il coordinatore locale della sede partner. Oltre ad avere esperienza e peso a livello scientifico, il contatto deve essere una persona presente e reattiva. Il corretto svolgimento del programma spesso fa affidamento unicamente sulla affidabilità dei partner, specialmente in termini di rispetto delle scadenze e familiarità con le procedure relative ai progetti erasmus.
A parte questo passaggio, a mio avviso cruciale, dietro la scelta dei partner deve comunque esserci un progetto di base di offerta didattica. Nel nostro caso, come accennato all’inizio, il progetto di base è una scuola estiva di matematica applicata con un taglio molto interdisciplinare, all’interfaccia con discipline classicamente meno “imparentate” con la matematica (rispetto ad esempio alla fisica e l’ingegneria), quali la medicina, la biologia, l’economia, etc.
Nel dubbio, credo sia  consigliabile dare priorità alla molteplicità degli approcci didattici e alla interdisciplinarietà dei contenuti. Quest’ultimo aspetto, poi, è fondamentale: niente può arricchire di più un programma di questo genere quanto la compartecipazione di docenti e studenti con background culturali diversi che si arricchiscano a vicenda.


5) Come hanno risposto gli studenti coinvolti e quali i plus che hanno saputo apportare a tale Progetto di internazionalizzazione?

La prima edizione dell’IP MathMods (www.mathmods.eu/ip)  ha visto la partecipazione di circa 50 studenti, di cui circa 40 provenienti dall’estero (30 dalle Università partner). Durante i 15 giorni di programma abbiamo avuto un costante feedback positivo sulla organizzazione e sulla didattica. L’aspetto che emerso di più, e che ci rende particolarmente lieti, è l’estremo interesse suscitato dagli argomenti trattati. L’estrema disponibilità dei docenti, sempre presenti durante l’intero svolgimento dei corsi, ha permesso l’instaurazione di un clima di confronto aperto, che ha giovato sia a studenti che a docenti. Questi ultimi hanno in alcuni casi adattato i loro corsi all’interesse degli studenti.  L’instaurazione di questo clima aperto ha permesso anche a noi organizzatori di trarre preziosi suggerimenti per le future edizioni dell’IP.
In questo senso, è stata cruciale la presenza temporanea di tutti i coordinatori locali, capaci di raccogliere in tempo reale tutte le impressioni degli studenti, e di condividerle con gli altri membri del comitato organizzatore.
A sostegno dell’apprezzamento degli studenti per la loro esperienza di due settimane a L’Aquila, quattro di loro hanno effettuato l’iscrizione alla laurea a doppio titolo in Ingegneria Matematica. Sono arrivati a L’Aquila la settimana scorsa, saranno con noi fino a luglio 2009.

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6) Di quali tecnologie IT Vi siete avvalsi e a quale fine?

La prima edizione del nostro programma è stata pensata a “basso profilo tecnologico”. In particolare, nessuno dei corsi proposti ha previsto esperienze di laboratorio, simulazioni, etc. Tutti i corsi sono stati impostati sulla didattica frontale, con tutti i vari mezzi possibili.
D’altra parte, il nostro punto di forza “tecnologico” (per così dire) è stato il sito web del programma (www.mathmods.eu/ip ). Esso ha permesso da un lato di implementare una procedura di registrazione telematica al  programma per tutti i partecipanti, che ha facilitato non poco le procedure burocratiche (rimborsi, etc.). Dall’altro lato, il sito web ha ospitato per tutto il programma una vera e propria piattaforma digitale di e-learning, con tutto il materiale didattico disponibile in formato elettronico (tale materiale è tuttora disponibile).


7) A quali strumenti avete fatto ricorso per la valorizzazione e disseminazione del Progetto?

La fase di disseminazione si è basata e si basa tuttora in maniera cruciale sul nostro sito web. In fase preliminare, abbiamo anche redatto un poster di presentazione del programma, che abbiamo spedito in diverse università europee.
E’ ovvio che per far crescere la popolarità del nostro programma contiamo molto sulla rete di contatti dei nostri settori scientifici. Il nostro Dipartimento in particolare può contare su una discreta rete di collaborazioni, viste le passate esperienze di coordinamento di network di ricerca europei.
Vogliamo che in futuro la nostra scuola estiva diventi un appuntamento da non perdere per tutti i giovani studenti e dottorandi che entrino nel mondo della matematica applicata.


8) Tiriamo le somme di questa Vostra prima esperienza: punti di forza e punti di debolezza!

Anzitutto, come bilancio generale dobbiamo dire che siamo estremamente soddisfatti. Andando più nel dettaglio, quello che ha funzionato di più è stata la fase di organizzazione dell’offerta didattica, che ha puntato sulla estrema cura dei particolari, sulla comunicazione tra i docenti e sulla loro estrema disponibilità e flessibilità. Alla fine del programma abbiamo avuto davvero l’impressione di aver creato un vero e proprio  “consiglio di corso di studi itinerante”.
Abbiamo più di un indizio per sostenere che il target degli aspetti applicativi della matematica su cui abbiamo puntato sia stato azzeccato: le applicazioni della matematica alla medicina, alla biologia e alle scienze sociali riscuotono un interesse sempre crescente nelle nuove generazioni di matematici e di ingegneri.
Un altro punto di forza, che mi preme molto sottolineare, è stata la presenza nello staff organizzativo dei nostri dottorandi e contrattisti: senza di loro non saremmo mai riusciti a venir fuori da tutti i vari imprevisti che capitano durante l’organizzazione di un programma del genere. A loro va il mio personale e sentito ringraziamento, specialmente perché spesso si è trattato di risolvere problemi che hanno ben poco a che vedere con la matematica applicata. Avere a disposizione persone che fanno il cosiddetto “lavoro oscuro” è in questi casi fondamentale.
Credo poi che un cenno particolare meriti l’evento sociale da noi organizzato, in cui abbiamo portato circa 60 matematici su una cima del Gran Sasso a 2500 metri di altitudine (vedere foto allegata). Ne è davvero valsa la pena; molti di loro sono rimasti affascinati dalla suggestività del paesaggio.
Infine, dato che parliamo di buone prassi da segnalare, vorrei citare i contributi importanti della Regione Abruzzo, dell’UniCredit e dell’Azienda per la Mobilità Aquilana; quest’ultima in particolare ha dotato tutti i partecipanti di un abbonamento quindicinale ai mezzi pubblici a prezzo ridotto.
Non saremmo credibili se non producessimo almeno un seppur piccolo difetto! Ebbene, ci siamo accorti che il numero di corsi è stato leggermente eccessivo, sebbene avessimo previsto diversi canali paralleli. Poco male: per l’anno prossimo abbiamo già deciso di ridurre il numero di corsi, rendendoli più lunghi e approfonditi. Questo richiederà una scelta più oculata degli argomenti, e soprattutto bisognerà continuare a puntare su docenti di alto livello scientifico e didattico.
Lavoriamo sulla spinta di un programma ottimamente riuscito alla sua prima edizione. Siamo senz’altro ottimisti e pronti ad accettare la sfida anche per il prossimo anno.

Scarica il manifesto MathMods qui

A cura di Simona Aceto e Alessia Ricci